Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
De Natura Deorum III,25
|
|
originale
|
|
[25] quod vos cum facere non potestis, tamquam in aram confugitis ad deum. Et Chrysippus tibi acute dicere videbatur, homo sine dubio versutus et callidus -- versutos eos appello, quorum celeriter mens versatur, callidos autem, quorum tamquam manus opere, sic animus usu concalluit --; is igitur 'Si aliquid est', inquit, 'quod homo efficere non possit, qui id efficit, melior est homine; homo autem haec, quae in mundo sunt, efficere non potest; qui potuit igitur, is praestat homini; homini autem praestare quis possit nisi deus; est igitur deus'. Haec omnia in eodem, quo illa Zenonis, errore versantur.
|
|
traduzione
|
|
25. ma poich? voi non la potete dare vi rifugiate nelle braccia della divinit? come su di un altare.
Anche Crisippo, secondo te, si esprimerebbe con acutezza, uomo indubbiamente abile e scaltrito (intendendo per
abile chi ? in possesso di un'intelligenza capace di muoversi e di orientarsi rapidamente e per scaltrito colui il cui
pensiero si ? rafforzato con l'esperienza cos? come le braccia si rafforzano con l'attivit? fisica). Dice dunque Crisippo:
?Se v'? qualcosa che l'uomo non ? capace di fare, chi la fa ? superiore all'uomo; ma l'uomo non pu? essere l'autore di
quanto esiste nel mondo e, di conseguenza, il vero autore sar? superiore all'uomo; ma chi, se non un dio, pu?
sopravanzare l'uomo? Deve quindi esistere un dio ?. Tutta questa argomentazione cade nello stesso errore di quella gi?
riportata di Zenone.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|